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Libri e tè, le mie passioni, i libri che amo

23 Febbraio 2018

Libri e tè, le mie passioni, i libri che amo

Mi sono alzata prestissimo, ho preparato il tè, messo il cd nel lettore, versato lo yogurt nella coppetta e la giornata è cominciata.
Una giornata lenta, pigra, come volevo da tempo.
Niente corse, niente impegni stringenti, tempo. Un lusso prezioso. Tempo per pensare. Riflettere. Meditare. Tempo per preparare una zuppa calda e confortante, godendo del piacere di preparare le verdure senza fretta e del profumo che si sprigionava dai fornelli.
Ma la cosa che volevo di più era terminare con calma, il libro che avevo in corso, di Colm Toibin. A fine lettura, pensavo che di questo autore ho letto quasi tutto. Partita da Nora Webster, ho proseguito con Brooklyn, Amore in un tempo oscuro e adesso Storie della notte.
Tutti belli, coinvolgenti, interessanti. Ottima scrittura e ricostruzione degli ambienti, dei paesaggi. Mi piacciono i personaggi. Forti, fragili, duri, teneri, sicuri, pavidi, altruisti, meschini, compassionevoli, egoisti, in una parola umani.

Da Colm Toibin sono passata in rassegna ai libri letti dall’inizio dell’anno. Tantissimi. Compresi quelli letti per il Book Club.
Fra questi sono riandata ai libri della Vreeland, un’autrice leggera, che però amo leggere per la passione che emanano i suoi libri. E per la forza morale dei personaggi femminili.
La Vreeland, per lo più racconta in forma romanzata la vita di donne impegnate nella vita artistica del loro tempo, anche se non come figure centrali del movimento artistico di cui si parla nel libro.
Mi riferisco a Clara Driscoll che per Tiffany, elaborò vetrate e le celebri lampade. Oppure a Emily Carr che sfidò la famiglia e le convenzioni dell’epoca per dipingere e documentare la vita dei nativi americani.

La Carr, artista canadese, amava profondamente gli indiani d’america e la loro cultura. Tutta la sua vita è stata improntata alla documentazione della vita dei nativi e delle loro opere.
Una vera passione, un amore profondo che la portò in giro per il Canada nelle varie tribù e nei luoghi importanti e significativi per gli indiani d’America.

Lei non si limitava dipingere i manufatti, i totem, i luoghi dove gli indiani avevano vissuto e, dove alcuni, ancora vivevano.
Emily Carr, amava i nativi, li comprendeva, li apprezzava. Quando arrivava in  zona impervie, difficili da raggiungere e dove i bianchi non erano amati, lei si faceva rispettare, amare, apprezzare, perché lei stessa mostrava apprezzamento, rispetto, amore per i pochi superstiti delle tribù.
Quando, finalmente, riuscì a vedere i totem, capì che il suo compito non era solo dipingere queste opere, ma cercare, da un lato, di riprodurne l’essenza, e dall’altro di documentare l’arte e il significato dei totem, prima che venissero “saccheggiati” dai bianchi, ovvero tagliati e portati nei musei.

Terminata la lettura ho pensato a Adele Quiested, la protagonista del bellissimo libro di Foster, Passaggio in India. Adele, recatasi in India per sposarsi col suo fidanzato, magistrato di stanza in Chadrapore, per metà del libro, chiede di poter visitare “la vera India“.
Adele, non ha le idee chiare, non sa cosa sia l’India, non le interessa nemmeno conoscerla, a lei piace quel misto di folklore, olografia che nell’immaginario comune caratterizza l’India.
Gli indiani, la loro cultura, gli usi, le tradizioni, non le interessano.

Per estensione, ho iniziato a pensare ai personaggi femminili della letteratura. Solitamente prediligo personaggi di grande forza morale e carattere. Forza morale e carattere, significa avere ideali, scopi, passioni, curiosità intellettuali.
Ho fatto una carrellata e mi sono fermata a Jane Austen. L’ho già scritto altre volte nell’altra cucina, il mio personaggio preferito è Fanny Price, la protagonista di Mansfield Park. E mi sono chiesta se, con le sue incertezze, la sua timidezza, la sua riservatezza, lo si possa ritenere un personaggio forte. Non rischia di apparire scialba, rispetto ai modi brillanti, sicuri di Elizabeth Bennet? O introversa e chiusa rispetto ad Emma?

In realtà, Emma, con la sua mania di combinare matrimoni, non è sicuramente uno dei personaggi che amo di più. Parla, suggerisce, propone, però, di fatto, non conclude molto.
Elizabeth Bennet è sicuramente acuta, intelligente, estroversa, mi piace molto più di Emma.
Ad Emma ed Elizabeth preferisco sicuramente Elinor Dashwood, protagonista di Ragione e Sentimento, più calma, posata, curiosa, appassionata. Più silenziosa di Emma e di Elizabeth, ma più riflessiva e profonda.

E la mia amata Fanny? Si, decisamente, Fanny, è una donna forte, curiosa e dotata di gran carattere.
Nel corso dell’intero romanzo, ci viene continuamente ricordato che lei è la cuginetta meno dotata, meno bella, più povera. Accolta nella casa degli zii proprio per le condizioni più disagiate della sua famiglia di origine, ignorata dalle belle e brillanti cugine, offesa ripetutamente dalla zia materna, avrà la forza morale di rifiutare la proposta di matrimonio di un uomo ricco e bello, amatissimo da entrambe le sue cugine.
Fanny, innamorata del cugino Edmund, preferisce rimanere sola, non accettare un matrimonio che, per lei, a tutti gli effetti, sarebbe di convenienza. In ogni caso siamo in un romanzo di Jane Austen, il lieto fine è assicurato.

La fermezza di Fanny, si manifesta anche quando riuscirà a convincere gli zii ad “adottare” una delle sue sorelline minori, per garantirle quel benessere, soprattutto morale, al quale lei è ormai abituata da anni.
Si, decisamente amo Fanny. E’ timida, però è inflessibile nel mantenere i suoi principi. E’ introversa, ma mantiene nel corso del libro, un contatto epistolare con l’amato fratello.

Okkei, riposo finito, riflessioni pure, vado a cercare un altro libro da leggere.

A breve la ricetta dell’hummus.

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  1. Mi piace questo post che infonde tanta serenità, che l’ho letto accompagnandolo con il mio tè pomeridiano quasi fossi lì accanto a te in una piacevole e rilassata conversazione tra amiche! Un bacio

  2. Mi hai incuriosita col libro della Vreeland e dei suoi personaggi femminili. Al contrario non amo troppo Fanny Price, anche se Mansfield Park é un libro complesso ed etico, quindi da rileggere per coglierne certe sfaccettature

    1. Si, sono belli i libri della Vreeland. Il mio preferito è una ragazza da Tiffany, un bello spaccato sulla vita americana dei primi del novecento e del lavoro femminile.
      Il libro su Emily Carr è l’amante del bosco.

  3. Leggere questo post è stato per me come leggere un libro, tu che ti alzi , la tua colazione i tuoi pensieri e le tue letture, e le tue riflessionei. Complimenti Giovanna , bellissimo post . Un abbraccio, Daniela.

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