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Un sabato pomeriggio di gennaio

29 Gennaio 2018

Un sabato pomeriggio di gennaio
Un sabato pomeriggio di gennaio

Giornate d’inverno, fredde, terse, piene di affetto, calde e avvolgenti come un plaid di cachemire, intense, ricche; settimane di letture, di amicizia, lavoro, scrittura, musica, fotografia.
Giornate ricche di vita, giornate di riflessioni.

Il post l’ho intitolato un sabato pomeriggio di gennaio, semplicemente perché mi piacciono i sabati pomeriggio invernali, diversi da quelli primaverili.
I sabati pomeriggio invernali, mi piace trascorrerli in biblioteca passando, con calma, da una sezione all’altra, cercando autori che non conosco, libri interessanti.
Amo andare in biblioteca passeggiando per il mercato, guardando qualche bancarella, talvolta acquistando qualcosa, anche se all’ora che arrivo io, la maggior parte delle bancarelle sono andate via, il mercato è in chiusura.

Adoro tornando a casa, percepire sul viso l’aria fredda, pungente. Mi piace una volta a casa, sentire l’odore del freddo, scegliere il tè da preparare, mettere un CD, di solito scelgo musica classica e di recente, qualcosa di jazz, non troppo forte perché non è un genere che amo molto. Almeno al momento, poi chissà, io non mi creo preclusioni.
Ecco, il non crearmi preclusioni, mi ha portato a pensare che talvolta la vita ci porta in altre direzioni, in quel caso è meglio seguirla, andarle incontro invece che combatterla.

Ovviamente non mi riferisco a situazioni gravi, dolorose e nemmeno sto parlando di rassegnazione. Intendo dire che spesso, molto spesso, noi programmiamo, progettiamo, pianifichiamo e fino ad un certo punto la nostra “pianificazione” procede liscia.
Poi, mano a mano, le cose cominciano a seguire un altro percorso, non peggiore, non negativo, ma diverso e noi ci spaventiamo, tendiamo ad aggiustare il tiro, cercare di capire cosa è successo, mettere in atto delle strategie per riportare il tutto al progetto iniziale.

Forse, se ci lasciassimo un po’ vivere, potremmo scoprire altri percorsi, sentieri, non tortuosi, ma interessanti. Forse, c’è una stradina laterale che, rimanendo sulla via principale non avremmo scorto, e magari, quella stradina, così piccola, tanto umile, ci porta verso un bellissimo giardino di rose, oppure verso un campo aperto su un bellissimo tramonto o una suggestiva alba.
Oppure non ci porta da nessuna parte e, pazientemente bisogna tornare indietro, o ad un posto non particolarmente sfavillante, ma nemmeno così brutto.

Il mio non è un inno alla rassegnazione, anzi!, semmai è un modo di vivere in armonia con la realtà e il presente. Assecondando i vari percorsi che la vita ci presenta, significa dover vivere cambiando prospettive, non modo di pensare, idee, valori e così via.
Certo, forse penserete che dopo aver pontificato sulla felicità, adesso sto tirando in ballo come vivere. No, non è così. Scrivo queste riflessioni, un po’ pensando a me ed un po’ riflettendo su varie situazioni.

E comunque, fra un giro in biblioteca e la preparazione del tè, da queste parti si continua a cucinare. Ultimamente sono un po’ incasinata, ma in presto, posterò delle ricette golosissime e veg, of course!

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  1. Condivido molto questo tuo pensiero: “Forse, se ci lasciassimo un po’ vivere, potremmo scoprire altri percorsi, sentieri, non tortuosi, ma interessanti…”

  2. Tesoro… come hai espresso bene questo pensiero… Lasciarsi vivere, ma non la rassegnazione inerme no, lasciare che la vita faccia il suo corso nonostante noi cerchiamo di organizzare ogni secondo…. E’ una filosofia di vita che anche io cerco di applicare esai una cosa? Sono più serena e felice, un abbraccio grande!

  3. E’ vero nonostante tutto la vita continua , e dentro di ognuno di noi è nscosto un vero guerriero, solo che a volte fatica ad emergere . E anch’io come te nonostante tutto continuo a cucinare e con vero piacere . Un abbraccio, Daniela.

  4. il periodo per me è parecchio incasinato, tiro avanti ma mi sono indebolita, avrei bisogno di andarmene per un bel periodo , ho letto con piacere il tuo pensiero. Un abbraccio

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